𝐑𝐞𝐠𝐢𝐚 𝐞 𝐟𝐨𝐭𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚: Vittorio De Seta
𝐌𝐨𝐧𝐭𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨: Fernanda Papa
𝐀𝐢𝐮𝐭𝐨 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐚: Vera Gherarducci
𝐎𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Agostino Zimelli
𝐏𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Vittorio De Seta

“La vita quotidiana in tre paesi della Barbagia: Orgosolo, Mamoiada, Oliena, unificati dalla macchina da presa in un’unica realtà urbana con caratteristiche comuni e intercambiabili. Alle loro spalle le aspre e bianche cime del Supramonte dove i pastori – già filmati nel precedente lavoro di De Seta, Pastori di Orgosolo – conducono la loro vita quotidiana. […] Costruito come “giornata tipo” di un tempo fermo che si ripete da secoli, il film di De Seta si apre con l’alba lavorativa e si conclude, dopo l’arrivo dell’autobus a Orgosolo – unica comunicazione quotidiana con l’esterno – con i bambini che vengono messi a letto.
Ricostruzione documentaria di un mondo isolato che travalica le differenze – pur notevolissime e più spesso neanche pacifiche – tra i paesi in cui è stato girato, è anche questo uno straordinario esempio “flahertiano” che affida la comunicazione alla sola scelta di immagini, senza commento parlato, ma con una gamma di suoni e rumori naturali che accrescono il senso di naturalezza e verosimiglianza. Il repertorio di immagini degli interni delle case, non sempre visibili nei documentari, è uno straordinario campionario etnovisivo che comprende la raffinatezza di certi arredi e la presenza, quasi anacronistica, de “su foghile”, il fuoco al centro della stanza, senza alcuno sbocco all’esterno, che denoterebbe povertà estrema ma che, evidentemente, era ancora il modo più comune, di riscaldare le stanze.”
[Gianni Olla, Dai Lumière a Sonetàula, CUEC, 2008]

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